Scartafaccio III

RINCORRERE, RENDERE

Nelle mutazioni si incontra una possibilità. Strutturalmente adusi alla possibilità del dolore che viene a coincidere col nostro riconoscimento. Senza la ferita non ci sarebbe l’umano, esiste anche questo: il dolore come scelta (vedi Il suicidio e l’anima). Riconoscimento e rigenerazione si affiancano e sembrano essere le figure di un passaggio, l’attraversamento che, se considerato e reso consapevole, conduce ad una nuova maturità. Non esiste maturità senza scelta decisa del dolore. Morte non significherà nient’altro che scelta della vita ed evenienza della sua possibilità. Nessun simbolo, nessuna incompiutezza, sempre metamorfosi continua dell’ente nella sua necessità entropica. L’attraversamento non può non essere edificante se non nella prospettiva della sua riduzione fino al presunto annientamento. L’accrescimento non è dell’ente, che ha il coraggio della consapevolezza della sua “nientità”, ma è del potente che ha la propria salvaguardia come obiettivo e che, per questo motivo, vive nel terrore.

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