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GLI ORFANI

“La distinzione tra somiglianza e similitudine” disse, ma non trovò risposta se non labirinti di strade e reticolati, accostamenti che non sottesero nulla. Si fermò sul foglio bianco, non generò più, dopo aver stabilito che non esiste scelta quando bene e male diventano intercambiabili.

“Il male in natura – parto da Foucault, Questo non è una pipa – è un’evidenza imprescindibile e non rimanda ad alcuna rappresentazione”, l’altro si scosse intimamente, manifestando uno sconcerto inerte, i tratti del viso immobili.

“Guadagno tanto per mantenere gli standard e una famiglia disgregata, i miei viaggi sono frequentissimi, i miei ricordi meno”.

Il mistero si esprime in simboli, i patriarchi conoscevano le masse come le dittature patriarcali strumentalizzano simboli di comodo basati sulla spiritualità paternale.

“Ho perso mio padre da tempo, lo strumento di un dio nascosto”; un figlio scende dalla croce e cerca il padre, si fa padre nell’ultima tentazione, definitiva.

La somiglianza è la scelta di una presenza che si ottiene dalla consapevolezza fantasmatica del padre.

“La memoria è questo fantasma che si concretizza e attende di realizzarsi. Il compito è la scelta di questa realizzazione, un’altra somiglianza, un’altra rappresentazione simbolica dopo la scomparsa del padre”.

Chiusi dalla desolazione del loro mondo individuo, i personaggi riappaiono e dialogano di forme capovolte.