
Milo De Angelis (Foto di Dino Ignani)
di Gianluca D’Andrea
Milo De Angelis: una poesia da Incontri e agguati (2015)
Il tempo era il tuo unico compagno
e tra quelle anime inascoltate
vidi te che camminavi
sulla linea dei comignoli
ti aprivi le vene
tra un grammo
e un altro grammo
bisbigliavi l’inno dei corpi perduti
nel turno di notte
diceva cercatemi
cercatemi sotto le parole e avevi
una gonna azzurra e un viso
sbagliato e sulla tua mano
scrutavi una linea sola e il nulla
iniziò a prendere forma.
Postilla:
Certo è il tempo della fine a interrompere ancora il flusso. «Anime inascoltate», «corpi perduti» e una notte che s’intensifica e copre le parole. I personaggi sono spettri, ombre che giungono da una realtà a stento percepibile, «una gonna azzurra e un viso» sono segnali più che dati concreti (e, infatti, lo stesso viso è «sbagliato», come in tensione verso un’alterità ignota). Eppure dalla ricerca scabra, un male si annunciava – «ti aprivi le vene / tra un grammo e un altro grammo» -, piano emerge una nuova possibilità: «sotto le parole» il minimo disegno si allunga «e il nulla/ iniziò a prendere forma».
[…] linea col percorso tracciato dagli altri due testi (Milo De Angelis: una poesia da Incontri e agguati e Valerio Magrelli: una poesia da La lingua restaurata e una polemica – Otto sonetti a Londra), […]
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[…] ho selezionato un testo mirabile nella sua singolare compiutezza per una rubrica personale (vedi qui). Alla fine dell’anno, nei momenti di pausa consentiti dalle festività, mi trovo a leggere il […]
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