Flauto Veneziano
Diario – Inverno: 40) Nuovo mondo
Con le mani non libere stanotte
dormiremo in altre sfere di mare.
In loro scende pende oscilla l’aria,
tra botti e muri inclina le stagioni.
Voi, naufraghi, considerate il ghiaccio
e in stelle tufferete il desiderio.
Forse è un’ultima luce il desiderio
che nuovi dei scandagliando la notte
scopriranno sotto crepe di ghiaccio.
La terra è vostra, correte altro mare
naufraghi carezzati da stagioni
inedite, diverse come l’aria
che respirate. Sempre nuova è l’aria
se a commuovere dentro è il desiderio
inestinto del fuori. Le stagioni
si alternano mutando giorno e notte
anche se l’onda ormai stinta di mare
si dilata da macerie di ghiaccio.
Quando la stanca materia nel ghiaccio
al risveglio cambierà ancora l’aria
sciogliendo il cuore nel cuore del mare
venefico, nascerà il desiderio
e un vento nuovo nel cielo la notte
ravviverà le mutate stagioni.
Così l’uomo si adatta alle stagioni,
come un respiro profondo sul ghiaccio
che avvolgendo il mattino nella notte
trasforma di anno in anno terra e aria.
Il suo passaggio è puro desiderio,
i suoi passi una scintilla di mare.
Come gocce in sospensione sul mare
sono già i nostri giorni e le stagioni
saranno nel futuro il desiderio
di nuove albe, nel cuore di ghiaccio
della terra, fin quando fiato e aria
si scioglieranno nell’eterna notte.
Intanto questa notte è desiderio
d’aria e respiro, protesta del ghiaccio
alle stagioni in cerca d’altro mare.