
Polifemo: Overture · Dorothee Oberlinger · Giovanni Battista Bononcini · Ensemble 1700
Diario – Estate: 20) Come un sogno
«Come il sogno di questa […] estate che declina» (E. Jabès, Poesie per i giorni di pioggia e di sole), e così era trascorsa, come un sogno che presagiva un ultimo ritorno, prima che ogni esperienza per quanto ardente venisse assorbita dall’autunno, nel suo approdo d’oblio, dalle sue maschere in apparenza rassicuranti. In realtà screziate di morte e che coprono volti internati nella dimensione della dimora, dove scaturiscono nuove visioni.
I corpi che il dio aveva ingoiato, ritornavano in milioni di meduse fluttuanti che avremmo dovuto raccogliere e seppellire sotto metri di sabbia. Radici morte che attecchivano diventando alberi autunnali, frutti d’ecatombe marina.
Dal germogliare della fine riprendeva il cammino d’ombra che s’incanalava nei cunicoli della dimora, nelle sue profondità capillari, tra porte e «infinite stanze» (T. Ligotti, Il terreno spettrale) senza senso, dove «tutto lo spazio è virtuale» e anche «l’infinito è illusorio» (T. Ligotti, Il miraggio eterno):
Sulla via del ritorno
betulle grigie e uccelli spenti
e la mite malinconia del centro raggiunto.
Ogni capacità di futuro è statica
e riequilibra lo stato di minaccia.
Come esistesse un destino indirizzato alla decadenza,
come esercitarsi in condizioni d’emergenza, ecc.
Fragore del vento nero,
morte vera di semi
cosparsa sul sentiero.