Diario – Estate: 19) Il ritorno III

Murales vicino alla centrale di Chernobyl

Harpsichord Concerto No. 5 in F Minor, BWV 1056, Arr. for Fourth Flute and Strings: III. Presto · Dorothee Oberlinger · Johann Sebastian Bach · Ensemble 1700


Diario – Estate: 19) Il ritorno III

Allora aprii gli occhi più di prima e vidi ombre1 e la luce debole illividirsi e indicare un varco tra le pietre aspre. Gli scheletri ramificati delle sughere lasciarono spazio a sentieri costeggiati da ciuffi di borragine e bardana. Ci incamminammo ancora assediati dalle ombre.
C’erano boschi intorno alla zona, ma si dissolvevano alle nostre spalle. Come dai postumi di una sbornia uscimmo dal sentiero, dai nostri sogni di cui indossavamo le cicatrici. Eravamo cambiati. I nostri corpi stremati manifestavano i segni della trasformazione, la sentivamo come unica necessità. Non avrei più scordato lo sforzo compiuto: la stanchezza risaliva la colonna vertebrale e chiedeva sonno. Corpi plastici e coperti di crepe, a stento salvi da contagi e radiazioni, sempre a rischio di caduta nei pensieri annoiati di un benessere forzato, tra case diroccate e rovine abbandonate che puntellavano la zona, eravamo pronti a tornare e rovistare nel nulla. Non provavamo alcuna nostalgia, era necessario tornare, nonostante facesse male, era irresistibile.
La fine del viaggio sarebbe coincisa con la rimozione dello stesso, la cancellazione della memoria con i passi della crescita. Un passo. Un altro. La trasformazione si era compiuta, almeno fino al prossimo passo, fino al ritorno sugli stessi passi del corpo sempre nuovo, della memoria che per l’ultima volta ricorda. Poi, si dimenticherà tutto.


Nota:

1 Purgatorio, XIII, v. 46.

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