È tutto in quel “grido” che l’autore ruba al “tranviere” il senso del componimento. Lo facciamo noi nostro? e nostra la vergogna e l’ira di “esser uomo” che “può morire per follia dell’uomo”? L’appartenenza collettiva è nella consapevolezza di poter fare del male.
Gianluca
Poesie dall’inizio – 23) Pagliarani
Peste come il vento
———————————-––Da Roma sorge
chi ne ha il diritto, il grido d’un tranviere:
«Chi darà sepoltura in pochi giorni
ai corpi delle bestie e degli uomini
con il cancro nel sangue? Allora peste
veloce come il vento farà volo
e non c’è Dio che tenga». Io mi vergogno
non d’amarti, mia vita, primavera,
ricambio del mio corpo: d’esser uomo
che può morire per follia dell’uomo
ho grande ira nei polsi e mi vergogno.
(Elio Pagliarani, Tutte le poesie, Milano, 2019)