
Laura Pugno
Su L’Estroverso Laura Pugno per la rubrica Dall’inizio. Di seguito un estratto.
Per parlare di alcuni testi del mio libro L’alea, in libreria da poco per Giulio Perrone, vorrei partire da un’idea che Orso Tosco, scrittore e poeta, ha speso in occasione della presentazione che si è tenuta a ottobre scorso a BookPride. Si riferisce alla natura de L’alea come libro composto di due libri precedenti, di cui uno è La mente paesaggio, uscito per la stessa casa editrice una decina di anni fa.
Quando in una casa si aggiungono parti nuove e parti vecchie, ha detto Orso, c’è sempre qualche crepa di assestamento, una convivenza di pareti un po’ sforzata: si vede, spesso a occhio nudo, dove la costruzione è stata ampliata. Questo non accade nel libro – a suo dire, bontà sua – e non accade con la vegetazione, il vegetale, gli innesti delle piante, cose vive.
Quest’immagine de L’alea come di un intrico di rami, di intelligenza tra specie vegetali diverse, o come una grande casa composta di parti vecchie e nuove, con stanze in cui forse non si entra da qualche anno, e che la vegetazione lentamente invade e ricopre, mi è piaciuta molto, e mi ha fatto pensare all’immaginario paese abbandonato di Stellaria nel mio romanzo La ragazza selvaggia (Marsilio). Un abitato che il bosco intorno richiama a sé, ricoprendo le antiche case, trasformandole in qualcos’altro che possiamo pensare intelligente e vivo, ampliando qui la definizione comune di intelligenza e di vita. Non so se è quello che Orso intendeva dire, è quello che ho compreso io. Ma è da qui che mi piacerebbe partire per rispondere alla richiesta di questa rubrica.
Il caso e le cause in scrittura si mescolano come intrecci di piante, come rampicanti intorno al corpo di un albero. L’occasione – casuale, causata – di ripubblicare La mente paesaggio, per volontà del suo primo editore, ha dato origine a un libro nuovo, mettendomi davanti a quel processo per cui nel tempo i libri si riscrivono rispetto a chi li ha scritti, e tra sé, anche senza che una sola parola sia stata alterata: entrano in riverbero, in risonanze, in giochi di rimandi.