Premessa minima
Con questo ciclo di riflessioni si tenta una ricognizione sul presente, ma non solo, che prende avvio dalle esperienze di lettura per incrociarsi con altre esperienze, assolutamente personali, dell’autore. Indistinto è il margine che dovrebbe separare il soggetto della percezione dalla realtà percepita e dagli strumenti che consentono l’accesso al contesto. Forse perché tale margine è sfumato, tanto sottile la fenditura che separa da rendere inutile provare a spiegarsela: forse il contesto è lo stesso margine, soggetto compreso, della fenditura. A contraddistinguere tali riflessioni è una sola peculiarità stilistica: l’assenza di stile. (Gianluca D’Andrea)
Da Forme del tempo (Letture 2016-2018) (Arcipelago Itaca, 2019)
1. DIARIO ESTIVO
Ferita
Come non esistesse eziologia,
forse non esiste nulla
oltre una fragilità congenita
che designerebbe eredità, trasmissione,
geni antichi, incroci cellulari,
un’intrusione che arriva da un altro
tempo, un tempo-ombra
come le scorrerie e le razzie di sconosciuti
che scopriamo, sempre dopo, essere prossimi.
Così arriva il dolore, un giorno
mentre lavori, imprevisto,
imprevedibile e non è l’origine
ma un percorso che ci attraversa e da cui emerge
un’onda che s’increspa e può arenarsi
fino a bloccare il tempo.