Lo spettacolo della fine – XIV.
Verso sera, al tramonto, mentre
la luce aranciata si mescolava
allo strato fuligginoso dell’atmosfera
e ombre giallastre s’imponevano
sullo spazio come aureole di luce
lunare, alla console suonava
un video anni Ottanta di Fiordaliso.
La nota accattivante del paesaggio
risiede nel contrasto tra l’assenza
e il desiderio: tu non ci sei
anche se sei presente
e io ti urlo contro, anche in absentia,
che desidero fare l’amore con te.
Prendermi il tempo per creare, nell’ozio,
il tempo della relazione che annulla
ogni scansione.
Poi, la vita ricominciava a battere
l’altro desiderio, l’allontanamento
definitivo da te. Ora, sono fuori
dal panorama, nel riflesso dimensionale
di un vetro, appoggiato a una balaustra
a guardare, attraverso il vetro,
la luna, la sua faccia di rena sbiancata,
il pallore della tua distanza
attendendo la prossima tempesta
canticchiando di quel che non voglio,
osservandolo.