Lo spettacolo della fine – XVIII.
C’è una scena nel film Il deserto rosso in cui un’attrice, Monica Vitti, abbastanza nota un tempo in Italia, si spinge sul bordo di un molo con l’automobile. E un’altra, in cui la stessa attrice e il coprotagonista, Richard Harris, sono nel corridoio di un albergo. I corpi in uno spazio prospettico sembrano figure secondarie e, infatti, fragile e banale è la vita dei due esseri umani nel film.
Le immani onde rosse che il tramonto
diffonde, colpiscono la capsula e i miei occhi.
Non sempre riesco a sostenere la vista
e preferisco intrufolarmi nel cuore piccolo
dello scafo a scribacchiare un messaggio,
un richiamo al mondo istantaneo e leggero,
oppure l’immagine di paesaggi multicolore
da far vedere agli altri aspettando
un consenso fugace. Ma il disco
di luce andava diminuendo nel riflesso
sullo schermo, fino a spegnersi
completamente, come ogni esigenza
di contatto che la luce precedente
con la sua imponenza aveva riattivato.