IL CASO: ITERAZIONE E NOIA NEL CICLO DELLA MORTE (TRATTATO)

barconi-immigrati

Barcone di migranti

di Gianluca D’Andrea

Il caso: La bellezza di stare da soli – ITERAZIONE E NOIA NEL CICLO DELLA MORTE (TRATTATO)

Il caso che l’attesa è finita e il conteggio no. Presenti e assenti risucchiati in un unico ciclone. Il caso che non esiste un ciclo ma un continuum, però quanto ci piace la coincidenza, la datazione e il riscontro fatale nella fine… degli altri.


Repubblica.it – Palermo

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ITERAZIONE E NOIA NEL CICLO DELLA MORTE (TRATTATO)

noi a noi stessi morire
e ci rinnova il silenzio

Federico Hindermann

Forma ciclonica della morte
e ciclica che ripeti le date
per riprodurti e rigenerarti
senza bisogno di nuove invocazioni
hai evitato le preghiere di tanti
hai disciolto altre quattro centinaia (?)
di cuori nella zuppa salmastra
del nostro mare tra le terre.
Numero tondo (?) se aggiungiamo 800
e spostiamo di un anno il 18.
Grazie gioco maligno che ritorni
e dissolvi l’attesa esasperante che avrebbe
atteso queste anime che trovano
giusta requie al loro cammino selvaggio,
imposto. A quanto ammonti il numero dei morti
non smonta il numero esondante dei sopravvissuti
in attesa di osservare con svelto stupore
e dare un nome al prossimo ciclone.

Gianluca D’Andrea


NOTA

18 aprile 2015, naufragio di un barcone di migranti nelle acque libiche, sono stati stimati almeno 800 morti; 18 aprile 2016, si scopre che il 12 dello stesso mese un barcone di migranti africani affonda al largo delle coste egiziane, stimate 400 vittime.

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