Spazio Inediti (20): Antonio Lanza – di Gianluca D’Andrea

antonio lanza

Antonio Lanza

di Gianluca D’Andrea

Spazio Inediti (20): Antonio Lanza

Per il bene d’aria delle dita
per lo stremo della caviglia per tutte
le minime terminazioni
che si diramano sul materasso
e lo inzuppano e colano
dalle fiancate per tutte le invase
fessure tra mattonelle e il sudore
a schizzi il sudore giallo
negli occhi l’impasto
molle tra le gambe
visitate e tutto il piacere
che imbratta muri e specchio a schizzi
vagito a scale e la finestra
adattata alla saliva
della bocca per ogni verde
vagito di cane in cortile
il bene d’osso che intero
fa stringere infine l’orgasmo.
————————————————-Ho abitato
all’apice
tutta fino a scoppiare
la camera, ora a passetti ritorno
torno a piccoli passi
– nido caldo di foglie –
nel corpo di prima
a posarmi. E ancora muto. Germogli
i capelli. Metto
la coda. Mi allungo. Ma mi trema una corda
di basso nel cuore. L’acqua scorre
nel bagno. Un quarto
d’ora non basta. Sospetto,
non so, non ti chiamo. Poi esci nutrita
negli occhi anche tu.
Sul letto poggi incupita
un ginocchio. Mi tiri su.
«Ascolta» dici e vibra, lo sento, alla schiena
la scure del giorno –
domani la stanza occupata
altre intimità da annodare.


tre-studi-di-figure-su-letti

Francis Bacon,Tre Studi di Figure sui Letti, 1972

È una sensualità capillare a muovere l’atmosfera di questo inedito di Antonio Lanza. Si manifesta come un rincorrersi dei termini, senza pause di respiro, nella prima parte, in cui il climax è condotto sul flusso che trascina l’amplesso, quel sudore ha un impatto umorale che allucina la percezione (c’è qualcosa di selvaggio nello schizzo di «sudore giallo», non componibile, così come nel sinestetico «verde / vagito di cane»). Un’esplosione relazionale che coinvolge il circostante: la parola dirompe nel mondo e realizza per un attimo la sua pertinenza “immaginifica”, ma poi, inevitabilmente scivola nella sua caduta. Conclusa l’azione esondante, si verifica un assestamento – «a passati ritorno / torno a piccoli passi» – nel corpo comune, non eroico, che ha consumato il momento di gloria del corpo testuale, e che si ridispone all’ascolto. L’ambivalenza soggettiva crea tensione tra la sintassi “corriva” della prima parte e quella da “dopo il diluvio” della seconda, così l’accecamento iniziale si deposita su un nuovo assestamento, così necessario, nel finale. Sensualità e tensione, nel tentativo di un diverso approccio al reale, provocano lo scuotimento inquieto che ci giunge dal testo nervosissimo di Lanza.

(Aprile 2016)


Antonio Lanza è nato a Paternò (CT) nel 1981, vive a Biancavilla. Laureato in Lettere Classiche, fino al 2015 ha svolto l’attività di libraio. Ha partecipato alla manifestazione “IsolaPoesia”. È stato più volte ospite nei cicli “Notte della Poesia” e “Rito della Luce”, organizzati dalla fondazione “Fiumara d’arte” di Antonio Presti. Alcune sue poesie sono apparse online su l’EstroVersoCarteggi Letterari.

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