di Gianluca D’Andrea
Ricordi e attese – La storia dei ricordi (2ª parte)
Stephen si chinò in avanti e scrutò
lo specchio a lui offerto, rigato da
un’obliqua incrinatura, ritti i capelli.
J. Joyce
È il ricordo di voi, dei mesi appena trascorsi a slanciarmi nelle mie nuove piccole avventure. Rigati i miei ricordi che si trasformano in visuali, in potenze, nell’altra (sempre altra) aspettativa, l’attesa di una nuova risoluzione – visione a venire – visione.
Rigato il pavimento su cui mi chino a cancellare ogni macchia di presenze precedenti, la casa nuova dalle abitudini vecchie di altri abitatori. Lo spostamento è abitare continuamente una cancellazione – dovuta, voluta, necessaria? Evenienze che mi riguardano – ma non in tutto, non pienamente – perché ho logorato un habitus, sto ripristinando un habitus.
Voi ci siete, molti altri loro ci saranno, ci sono stati, ci risaranno nel giorno della scomparsa e ricomparsa di me rigato da un’increspatura in cui il tempo si fa specchio e costellazione, capelli, voci e riflessi di ri-creazione, uno spostamento, una membrana.
(Agosto 2014)