Al mondo
Io sono una tua creatura.
La mia natura
l’ho intuita in te al primo sguardo
e da quando ti ho riconosciuto
ho iniziato a vivere.
Non pretendo di sapere ituoi segreti,
il viaggio che conduci per una strada
larga e frequentata
che non sempre porta al mio sentiero,
ma vorrei ricoverarmi nel tuo petto
e ascoltare quel battito sicuro
che non ho mai sentito
che dice
“sei viva
stai calma
mi appartieni”.
***
La Terra
Se fossi la Terra
sarei vasta, circolare
un cuore di fuoco e una veste di mare
ogni stagione cambierei olore
ma avrei respiri lunghi come ere.
Sarei dappertutto
e in nessun posto in particolare
se avessi male in India
starei bene in Islanda
nulla sembrerebbe troppo alto o troppo fondo
i morti che mi consumano
sarebbero nutrimento.
Mi percorreresti avanti e indietro
e tutta in tondo,
la più cava delle mie grotte
il tuo covo più nascosto.
Insomma, non avresti scampo.
Pensa che girerei, derviscio obeso e lento,
un giorno intero per far venir notte
pur di farti piacere.
***
L’ostrica
Il mistero prezioso
che la rende affascinante
le è stato inoculato
in modo doloroso.
Più che per quell’intruso
grazioso e prepotente
vorrebbe essere amata
per il suo guscio vuoto.
***
L’anemone di mare
“Se devo subire
lo farò con coscienza”.
E lo fa per davvero
smettendo di nuotare
e cambiando il suo nome
in quello di un fiore.
Ora ondeggia sul suo stelo
senza opporre resistenza
le chiome offerte ai venti
alle correnti
che gli portano in dono
il mare intero.
***
Il pesce degli abissi
Dove suono aggiunto a suono
dà silenzio di tomba
dove luce su luce
è uguale a nero, e
tre mari più sei fiumi
fanno zero
fluttua il mio lumicino
e non si arrende.
***
Sedna
C’era da sempre.
Un pezzo di ghiaccio di grandi dimensioni.
Dalla sua lontananza clandestina
regolava la brina, la vita polare
il clima del mio cuore.
Poi un uomo l’ha scovato, battezzato
e senza neanche chiedergli il parere
l’ha designato decimo pianeta.
La quarta dimensione e il quinto punto cardinale,
ancora fuori mano,
fanno il loro misterioso dovere.
Le cose, per esistere,
devono essere viste e nominate.
Io posso immaginare ogni tua azione
– la barba, il lavoro, la vita familiare –
però mi sei celato, vietato
una nozione astratta e sfuggente.
Così la me creata dal tuo sguardo
ha soppiantato ormai quella reale.
Ora che mi hai sdoppiato irreparabilmente
non puoi tornare indietro e non guardare.
***
Gigante rossa
Ti giro intorno
come si gira intorno ad un crepaccio
che non si richiude se non guardo e oltrepasso.
Il tuo vuoto rimane alle spalle
ma rammenta uno squarcio trascurato
che mi ha scarnificato fino all’osso.
Ora so che devo averlo a cuore,
misurarlo, indicarlo
con un segno rosso sulle gote
bordura di papavero evidente.
Come il rosso spunta in superficie
una fessura fende la crosta
ed è magnifica culla del mare
nicchia nera di brace nascosta.
Così ora sia tu il circondato
da questo vuoto che splende come il sole
e il sole sorge di te incurante,
brucia, tramonta, ti trascende.
***
Un bambino
Non è che sono tanto intelligente
ma questa scuola è fuori dal normale
e il vostro metodo così sicuro
che bastano tre giorni ad imparare
tutto quello che c’è da sapere.
Ora che ho questa laurea infernale
sarebbe inutile studiare duro:
per essere di nuovo puro
un arco vitale
non è sufficiente.
Beslan, I, 2, 3 settembre 2004
E per tutti i bambini di cui la televisione
non ha parlato
***
Capovolgendo Rilke
Tutte le cose a cui mi dono
diventano ricche e mi abbandonano
R. M. RILKE, “Il poeta”
Tutte le cose si donano a me
e io divento ricca e le comprendo.
Ho tanti luoghi da visitare,
abito nel mio corpo,
la stanza degli ospiti è il mio cuore.
Perché la notte è troppo breve?
E così il giorno? Perché
una sola bocca e tanto sapore?
I tuoi frulli d’ala
non sfiorano le mie frontiere.
***
Frenesia
La primavera, come si sa,
non è perfetta.
Ora è tutto sepolto, rattrappito
ma presto sarà prurito di fiori
e fili d’erba che prendono il posto
dei loro identici predecessori.
Finché l’uguale succede all’uguale
nella medesima categoria
è una frenetica routine.
Non c’è spazio per l’ignoto,
– può portare alla follia
ciò che manca di etichetta –
ma l’ignoto spunta sempre
come un intruso pericoloso
che non offre garanzia:
se non lo so dire mi travolgerà
se dico “buono” forse lo sarà
chi disse “cosmo” era troppo ambizioso.
vero, sono belle, sembrano uscite dalla stanza di emily
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Grazie per averle condivise, meritano veramente. Alessandro
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POESIE DI SPESSORE; CONGRATULAZIONI!!!
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