Nothing that is not there and the nothing that is

2025 – Neofascismi – Il desiderio è un dazio

Il desiderio è un dazio

Il nostro corpo è attraversato ogni secondo da 400.000 miliardi di neutrini provenienti dal Sole. Di solito attraversano interi pianeti senza la minima deviazione. Ti senti come se fossi subumano ad assistere a genocidi da quando nascesti spettatore 49 anni fa. Fame, sfollamento, annichilimento. Sete, “reise, reise marinaio alzati ognuno lo fa a modo suo. Uno conficca l’arpione nell’uomo l’altro nel pesce e le onde piangono silenziosamente, nel loro sangue è conficcato un arpione e sanguinano dolcemente nel mare”. OpenAI non è in vendita.

Una strada coperta di polvere fine, calcinacci. Il drone ronza costante. Un bambino passa accanto a un’auto bruciata, guarda dentro, si allontana.

L’acqua scarseggia. In fila davanti a una cisterna, la gente aspetta in silenzio, bicchieri di plastica in mano. Qualcuno versa un sorso sul palmo, lo passa sulle labbra. Un gruppo scava tra le macerie con le mani nude. Ogni tanto trovano qualcosa: un piatto scheggiato, una scarpa, un braccio.

Dall’altra parte del mondo, l’ufficio è illuminato da luce fredda. Sulla scrivania, un rapporto sul nuovo pacchetto di dazi: aumenti sulle importazioni di acciaio e alluminio, una stretta sui prodotti cinesi, nuove barriere per l’industria automobilistica europea. Trump firma il documento. Gli USA dicono che serve a proteggere i lavoratori americani, ma le contromisure non tardano. La Cina risponde con tariffe su soia e semiconduttori, l’Europa valuta ritorsioni. Il commercio rallenta, le fabbriche chiudono, i prezzi salgono. Niente di personale, solo mercato.

Sul mare galleggia una coperta arrotolata. Poco più in là, un gommone vuoto.

Una stanza con le tende abbassate, la luce filtra attraverso la stoffa impolverata. Troppo caldo, troppa stanchezza. Il desiderio c’è stato, forse, ma si è perso da qualche parte tra il rumore delle esplosioni lontane e le notizie che scorrono sullo schermo del telefono. Un messaggio non letto, una foto che non accende nulla.

Le donne camminano lente, veli abbassati sugli occhi, mani strette intorno a borse quasi vuote.

Un uomo scorre un sito, una pubblicità, corpi lisci, giovani. Clicca senza voglia, chiude subito. La testa pesa, il mondo brucia, le scorte di petrolio oscillano. “La zitella frigida Europa è pazza di gelosia e rabbia. Non è stata avvisata della chiamata Putin-Trump né consultata sul suo contenuto o sulle dichiarazioni successive. Mostra il suo vero ruolo nel mondo e l’urgenza di accaparrarsi un marito. Non c’è da stupirsi. Il tempo dell’Europa è finito. È debole, brutta e inutile”.

Il desiderio esiste ancora.

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