Nothing that is not there and the nothing that is

ESCE NELLA COLLANA “ROSSA” L’ULTIMA OPERA DI GIANLUCA D’ANDREA, “NUOVO INIZIO”, CON LA POST-FAZIONE DI ANTONIO DEVICIENTI.

Un graditissimo ritorno, quello dell’amico Gianluca D’Andrea, che arricchisce il nostro catalogo con la sua ultima opera, “Nuovo inizio“, al termine della quale Antonio Devicienti dà prova di tutta la sua maestrìa critica. Riproduciamo, qui sotto, alcuni testi di questo significativa raccolta.

Il rizoma: immagine di un nuovo inizio della scrittura

Nuovo inizio di Gianluca D’Andrea è un ambizioso, coraggioso poema contemporaneo, un multiforme progetto, una rischiosa proposta.

Post-fazione di ANTONIO DEVICIENTI

Spiego subito il perché abbia scritto contemporaneo e poema in corsivo: si tratta di chiedersi se la forma (chiamiamola così per intenderci) tradizionale della scrittura in versi lineari possa e debba restare l’unico modo d’intendere un’opera di scrittura o se quella che è la proprietà rizomatica, labirintica della “rete” non solleciti o addirittura non pretenda altre forme di scrittura e di sua proposizione ai lettori, dal momento che Nuovo inizio è nato e si è andato formando nello spazio web personale di Gianluca D’Andrea in forma di ipertesto (si veda la nota finale), vale a dire di connessioni e interconnessioni tra testo scritto, filmati, fotografie, altri siti, eccetera; contemporaneo non significa qui per me di argomento contemporaneo, ma consapevole di dover cercare a livello di forma e di lessico, di strutture linguistiche e di ritmi soluzioni necessariamente valide e convincenti proprio nel momento in cui la scrittura cerca di far presa sulla nostra contemporaneità e sulla sua enorme capacità di modificarne la percezione e le relazioni con il linguaggio. Si prospetta, insomma, la necessità (cui non si può e non si deve sfuggire) di un “nuovo inizio” e (mi scuso se il paragone può apparire eccessivo) come Iliade e Odissea stanno all’inizio della nostra civiltà, qui si tenta di dare forma di poema all’esplorazione di realtà sovraccariche di enigmi e di interrogativi perché l’autore sente il bisogno, nello snodo temporale e culturale di questi nostri anni, di esperire nella e con la scrittura un cammino lungo e accidentato, privo di ogni garanzia di successo e che ha bisogno di una forma espressiva ampia, articolata, complessa, mai pacificata, sempre rimessa in discussione.

Gianluca D’Andrea appartiene per età anagrafica e per formazione a un tempo nel quale è stato il libro in forma di volume a permeare l’immaginazione e il modo di percepire il mondo; accanto al libro ci sono state la radio a transistor, la televisione (prima in bianco e nero, poi a colori, ma sempre analogica), il cinema (anche in forma di videocassetta e successivamente di dvd), lo stereo (anche in questo caso prima sotto forma di musicassetta e poi di cd) – ora, invece, le tecnologie informatiche e la rete, gli strumenti che usiamo normalmente, i nuovi tempi e ritmi sia vitali che mentali creati da tutti questi elementi hanno cambiato radicalmente il nostro modo di percepire la realtà e aperto possibilità inedite.

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