4 poesie da Waldszenen su Officina Poesia Nuovi Argomenti

Edoardo Tresoldi, Simbiosi 

Waldszenen (scene della foresta)

da Gianluca D’Andrea | Mag 19, 2023

Quattro poesie di Gianluca D’Andrea dall’ultima plaquette de’ “I Cervi Volanti”, a cura di Giorgiomaria Cornelio e Giuditta Chairaluce, che ha realizzato anche le partiture grafiche. 

( Entrata )

Il mondo? Che grande attrattore,
che spazio! Un supertempo, un luogo
con pochi domini ma forti.

La nuova geografia è il fattore
pulsante, guizzante, l’affogo
che disconnette i nuovi porti.

Il mondo è un gran persecutore
di nuovi clienti, il bel lago
di account, le prosciugate coste.

( Fiori solitari )

Lo stile adattivo è squisito,
nel regno slipstream delle piante
cos’è veramente reale?

Vedo fiori soli e infiniti,
è un mindfuck film, un elefante,
una scena vibrazionale.

Sono ecosistemi squisiti
i ricettori delle piante,
veri cervelli artificiali.

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Ma soprattutto scoprii intorno a me – Un testo di Nella spirale su Officina Poesia Nuovi Argomenti

Immagine: Laure Prouvost, Deep Travel Ink, 2019.

Ispirato a una frase di Henry David Thoreau il testo che segue è tratto da “Nella spirale” di Gianluca D’Andrea, da poco uscito per Edizioni Industria & Letteratura.

Il gracchiare costante, questo urlo di uccelli impazziti. Nel giardino nero si affacciano nuove finestre. Inaudito. «Se voi, nati in questi tardi tempi» (1) vorrete incamminarvi dentro le stagioni,
scopriremo i prossimi sentieri e le nuove deviazioni. Tempi tardi e nuovi, origine.
Gli uccelli continuano a gracchiare, non più. Adesso un silenzio vegetale avvolge la colonna vertebrale. Cervice liquefatta sul sentiero, Orfeo redivivo e squartato:

Orpheus Tomorrow

I.

I suoi sensi erano divisi
come se i passi non fossero usciti
dal sentiero. Continuando a strisciare
sotto un cielo di pioggia, con le mani
sottili, si voltò infine e vide
la radice. Tra i passi annacquati
sentì una piccola voce,
un sussurro, un reclamo. Reclamava
la radice, un fuoco, il calore
perché tutta l’acqua sussurrava

—————————————— Chi?

E lui si voltò nello scatto rappreso
e accolse i rami silenziosi, i frassini
spogli e sparsi sugli argini. Il vento
lo spingeva lontano, dove i passi
divisi si separarono fatalmente
dal sentiero, sotto un cielo di pioggia
senza stelle.

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In cammino su Officina Poesia Nuovi Argomenti

4 poesie dalla plaquette In cammino (Piccolo canzoniere stagionale) su Officina Poesia Nuovi Argomenti. In attesa di un lavoro più ampio in uscita a settembre


Quattro poesie.

“Il falso vuoto”

Il vento crudo investe la materia,
la crosta assorbe la luce e s’inseria
in pianeti molteplici e poi varia

la veste bruna che indorata interra
il falso vuoto e un pieno dissotterra
di residui. Scintilla, e tutta l’aria

è un segreto di munnizza scordata,
un’alba dolce astrale abbandonata.

*

“Il viaggio – Violenza”

Rovescia tenebre, abbrucia
sul mare la scossa, gli spettri,
tu, chiusa con lui che dorme,

violenza paciosa in forme
nere sverdisci gli sterpi
nel gelo abbrutito che sfocia

in cammini marini e sluci
la terra, marcisci e sventri.
Dormi, occhi umidi, deforma

le città, lo share dell’orma
umana e cose umane scentri
e scolori in nuova ferocia.

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Postille (su Officina Poesia Nuovi Argomenti)

postille officina

Susan Hiller, After Duchamp, 2017-2017

Postille (tempi, luoghi e modi del contatto) di Gianluca D’Andrea (L’Arcolaio, 2017), con prefazione di Fabio Pusterla, è un percorso antologico attraverso alcuni testi campione, annotati, della poesia del Novecento. Pubblichiamo le parti su Milo De Angelis, Andrea Zanzotto, Antonella Anedda, Amelia Rosselli, Eugenio Montale.

MILO DE ANGELIS: UNA POESIA DA INCONTRI E AGGUATI
(Mondadori, 2015)
(28/06/2015)

Il tempo era il tuo unico compagno
e tra quelle anime inascoltate
vidi te che camminavi
sulla linea dei comignoli
ti aprivi le vene
tra un grammo
e un altro grammo
bisbigliavi l’inno dei corpi perduti
nel turno di notte
diceva cercatemi
cercatemi sotto le parole e avevi
una gonna azzurra e un viso
sbagliato e sulla tua mano
scrutavi una linea sola e il nulla
iniziò a prendere forma.

POSTILLA:
Certo è il tempo della fine a interrompere ancora il flusso. «Anime inascoltate», «corpi perduti» e una notte che s’inten– sifica e copre le parole. I personaggi sono spettri, ombre che giungono da una realtà a stento percepibile, «una gonna az-zurra e un viso» sono segnali più che dati concreti (e, infatti,lo stesso viso è «sbagliato», come in tensione verso una alte-rità ignota). Eppure dalla ricerca scabra, un male si annun-ciava – «ti aprivi le vene / tra un grammo e un altro gram-mo» –, piano emerge una nuova possibilità: «sotto le parole» il minimo disegno si allunga «e il nulla / iniziò a prendere forma».

ANDREA ZANZOTTO: UNA POESIA DA METEO
(Donzelli, 1996)
(12/09/2015)

Leggende
Nel compleanno del maggio
«Tu non sei onnipotente»
dice la pallida bambina

*
Polveri di ultime, perse
battaglie tra blu e verde
dove orizzonti pesano sulle erbe

*
Lievi voci, api inselvatichite –
tutto sogna altri viaggi
tutto ritorna in minimi fitti tagli

*
Forse api di gelo in sottili
invisibili sciami dietro nuvole –
Non convinto il ramoscello annuisce

*
Voglie ed auguri malaccetti,
viole del pensiero
sotto occhi ed occhi
—————— quando maggio nega

*
Il bimbo – grandine, gelido ma
risorgente maggio,
«Non sono onnipotente»
batte e ribatte sui tetti

*
«Mai più maggio» dicono
in grigi e blu
segreti insetti grandini segrete

*
Mai mancante neve di metà maggio
chi vuoi salvare?
Chi ti ostini a salvare?

*
Come, perché, il più cupo
maggio del secolo – cento
anni d’oscurità in un mese?

*
Acido spray del tramonto
Acide radici all’orizzonte
Acido: subitamente inventati linguaggi

1985

POSTILLA:
Mistero del tempo, cronologico, atmosferico? Come sempre cupezza e luce in Zanzotto s’innestano sulla riflessione della “propria” contemporaneità.
C’è, in principio il tentativo del racconto, l’atmosfera del mu-tamento (climatico?) e l’azione “acida” è quella dell’uomo cui spetta un finale arrembante: anafore e climax a seguire, a perseguitare l’orrore dell’azione distruttiva, in bilico tra l’ibri-dazione («Acido spray del tramonto», spray che traccia l’an-nientamento del tramonto o tramonto che si trasforma nel nuovo scenario del negativo?) e l’innovazione che è conse-guenza di un’evoluzione, un diverso attraversamento («Acide radici all’orizzonte»). E infatti l’«acido», sema di dissoluzione, si apre a immediate trasmutazioni, invenzioni, nuovi «lin-guaggi».

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