Dalla violenza alla caduta. La dimensione dell’assedio in un sempre estremo bisogno relazionale. Ceni ci dice l’ineluttabile: “il male che ci donammo / da lungo tempo non colto / maturerà appieno”, come sempre nel transito, nella “sospensione” d’attesa, che il mondo è.
Gianluca
Poesie dall’inizio – 12) Ceni
«Presto sarà l’inverno
e il male che ci donammo
da lungo tempo non colto
maturerà appieno nell’ospizio del gelo.
Forse la funebre uccella siberiana,
colei nel cui utero già si dibatte e ride
l’orrendo e sacro implume,
dalla vetta di una mistica cipressa
chiamando a raccolta i suoi
contro il marmo del cielo
lascerà cadere dal becco anche te
e in questa mezza luce,
in questa sospensione o suono
come di revocata incursione aerea
darà inizio alla neve».
Quando così ti parlo e gli altri
in un denso fumo si rialzano
si guardano attorno e lasciano la sala,
sull’orlo dei tuoi occhi compare
un glutine di torpida inconsistenza spirituale;
perdi conoscenza.
Presto sarà l’inverno e
tu ancora non capisci che la caduta è eterna.
(Alessandro Ceni, Mattoni per l’altare del fuoco, Milano, 2002)