Se il testo precedente di Hölderlin mostrava i segni della fine (“il sole dello spirito, il mondo più bello, è tramontato”) in una lotta che si faceva universale, lotta tra elementi (“E nella notte glaciale gli uragani si scontrano”), in questo di Fortini, il mondo è già “stretto”, rimpicciolito, ma non per questo la parola, che si fa speranza (lo “spirito”?) nonostante il mutamento in atto, smette di “viaggiare”.
Gianluca
Poesie dall’inizio – 02) Fortini
Come si è stretto il mondo…
Come si è stretto il mondo. I paesi lontani
sono in fondo al giardino
dove la sera sulla neve
la sera chiusa fra rami con neve
allude ad altro secolo
e alla lunga natura che fu.
E macchie gialle e arancio
oltre i rami, delle macchine
da costruzioni, delle gru
che oggi sabato non vanno.
Oltre il nero dell’orto l’Asia
e i suoi deserti. Più in là colorata di luci
al vento si piega South Kensington.
Di luna in luna si copre la spiaggia del Baltico.
Nella casa vicina qualcuno
accende le lampade. La cabina
in silenzio viaggia.
(Franco Fortini, Paesaggio con serpente, Einaudi, 1984)