Poeti italiani (7) – Spazio inediti: Renata Morresi

renata_morresi_02-1050x497

Renata Morresi

di Gianluca D’Andrea

Poeti italiani (7) – Spazio inediti: Renata Morresi

Paesaggio con vecchia stazione e prime strutture del giorno

“bisogna inventarsi un volto”
F. Fusco, La Signora con l’ermellino

L’occhio rosso del sole sul mare si specchia in un milione di soli possibili.
Uno è quello vero e non puoi credere che è solo una palla di elio
che brucia nel cielo. Lungo i muscoli crudi del cielo, lungo i tendini ciechi,
lungo i gatti impestati del cosmo, lungo il nervo del dente profondo.
Sotto, i pescherecci, quasi forgiati dello stesso metallo dell’acqua,
guidati da una forza strana e uguale, eccitati d’insetto, mantide,
fegato pulsante, forza di padrone, plastica nel gozzo, così cieca,
così immane. Dal treno si fa presto a passare alla terra che monta,
alle case colorate, stabili, portoni, cassonetto, scritte, siepi, rotonda,
alle cose dei colori umani, inventati per resistere a dispetto di sole
più mare. La terra coi suoi guizzi e le sue ubbie, i suoi pali e i suoi pianciti,
centauri e scarafaggi che riecheggiano, e i mucchi di capelli che ci impigliano
nei secoli. Piloni impazziti, sensibili acciai, i cavi implacabili che tendono
tra i numeri che dicono: siamo una specie di forti, di ciechi. Testoline
secche di soffioni dopo i desideri, rimpiccioliti moncherini di tribù
subtropicali. L’aria è piena di quegli urli, desideri, cataste di piccioni
o scheletri ammansiti. Desideri, latrati, cigolare. Binari ciechi.
A volte hai il sentore che niente può ancora accadere, tanto geometriche
le misure del gabbiano, perfetto il suo peso specifico, il diritto
allo sfregio del suo volo. Lo snervamento si compie in segreto.
Non è la prima volta. Guardo i bimbi sul vagone, li guardo sempre,
non sono i primi. Vorrei sapere tutto di loro, anche se so,
dalla forma del cappello, dalla foga di manine, i nomi degli eroi di ruggine
e mercurio, so lo zucchero che li eccita ed asserva, il cobra in lattice
che non può, non può morire. E ho voglia lo stesso del suo morso,
come di tornare a esistere, eppure ci sono. Più perfetta ancora nel gabbiano,
e incredibile, è la voglia, e non ha alcuna proporzione, ché l’ha tutta,
tanto piena di se stessa che non vede quanto piena di sangue
è la sua vista, il suo volto quasi invaso, quasi rotto. Quasi solo occhio.


È il mondo ad apparire nell’inedito di Renata Morresi. Un mondo in costruzione, rinnovabile per accumulo e desiderio estremo di nominazione. L’occhio si sofferma e la mano dipinge la favola del sole che apre alle mille possibilità del giorno. Un racconto lungo, incorniciato da un soggetto che riscopre attenzione e spennella impressioni, manifestando la sua presenza, inizialmente esterna, poi gradualmente sempre più immersa nella sensazione dell’appartenenza. La comprensione del quadro attraverso la vista crea desiderio di contatto, sentore primigenio, per questo l’autrice guarda «i bimbi sul vagone», li riscopre nella finzione della prima volta, perché già li conosce come tutta la carrellata di esseri intravisti o immaginati nel viaggio fa intuire. Percorso di affabulazione, dicevamo, tentativo estremo di riattivare la voglia irrefrenabile e «tornare a esistere», andando oltre l’evidenza innegabile di essere. Viaggio o tentativo mimetico, dunque, in bilico tra la trascendenza di sé e la totale immersione nel quadro, nell’incontenibile smisuratezza dell’esistenza. Ma, come compressa, la visuale teme di farsi visione «quasi solo occhio» nella perdita opposta che può “spaccare” il soggetto, osservazione rispecchiante di un’impressione rotta al contatto, in esubero sull’alterità, violenta.

(Giungno 2015)


Renata Morresi è nata a Recanati nel 1972. Traduce, scrive saggistica e poesia, insegna lingua e traduzione inglese all’università di Macerata. Di recente sono apparsi due volumi di sue traduzioni della poeta americana Rachel Blau DuPlessis: Dieci bozze (Vydia, 2012), con introduzione critica, e Bozza 111: Arte povera (Arcipelago). Tra i suoi libri: Cuore comune (peQuod 2010, Premio Metauro 2011), Bagnanti (Giulio Perrone Editore, 2013). Collabora a riviste, cartacee e on-line (Nazione indiana, Punto critico, Argo, ecc.).