
René Magritte, Poison 1939 | Gouache | 356 x 406 mm. Edward James Foundation, Chirchester, Sussex
Massimo Ferretti, Allergia (1952-1962), Marcos y Marcos 1994

“TRA CENTRO E PERIFERIA – Le lettere di Massimo Ferretti” in Fabio Pusterla, “Il nervo di Arnold – Saggi e note sulla poesia contemporanea”, Marcos y Marcos, Milano 2007 (elaborazione grafica di Gianluca D’Andrea).
1955
la vostra angoscia è la mia felicità
Ieri avevo un cappotto pesante e immobile
come una notte d’inverno: ed era inverno: era
inverno nella terra coperta di freddo nel lavoro
instancabile delle grondaie nell’albero nudo, ma
soprattutto era inverno nel cuore. Vedevo muo-
vervi sull’asciutto: e vi invidiavo; m’eravate tanto
lontani: e penavo.
Non ho potuto capirvi: solo a parole l’acqua
che usciva dalle banche era odiata, solo a parole
la giustizia inseguita e la “verità” rivelata: adden-
tavate le mele e poi vi pentivate – e un’ora dopo
da capo: a mordere e a piangere.
Non ho avuto paura: ho preso il sangue come
calamita: per bruciare il chiasso del cartone ed
affermare la realtà del ferro.
I dolori esatti le virtù siglate i venti di polvere
sacra li ho lasciati alla vostra ingorda sapienza.
I miei musei sono i negozi e il vetro che amo è
quello che taglia.
Ho visto le montagne da vicino, ho letto tutti
i libri che ho voluto, e quando sono stato male
mi sono curato.
Ho giocato e forse ho perduto, ma non sono
pentito; mi piace scegliere e non soffro a sbaglia-
re: il mondo si scopre nel mondo: la vostra
angoscia è la mia felicità.
*
In trattoria
In questa trattoria di gente stanca
dove mangiare significa reagire,
dove la grazia d’una dattilografa
si percepisce nel tono delicato
d’un piatto di fagioli chiesto tiepido,
dove un viaggiatore analfabeta
emancipato per via dello stipendio
spiega a una turista anacoreta
che il rialzo dei biglietti ferroviari
dipende tutto da questioni atlantiche –
non ho ragione d’essere contento
se il cameriere lieto della mancia,
leggendo la commedia del mio viso
m’ha detto che ho una maschera da negro?
In questa trattoria di gente ottica
dove non so salvarmi dagli sguardi,
condannato al sentimento della morte,
serrato tra furore e timidezza –
non ho ragione d’essere felice
quando divoro una bistecca che fa sangue?
Il mio complesso è una tragedia antica:
devo scrivere e vorrei ballare.
*
I
Ho abitato in tutti i paesi di questa città.
La città era queste camere senza finestre
-sono quelle che costano meno-
la notte la porta lasciata aperta dal sonno
arrivato prima che l’ultimo filo di tabacco
si fosse tolto il cappello
del commiato ironico d’un amico educato,
e il mattino il gatto e il bambino
venuti a vedere l’atto unico
dello spettacolo che è un giovane che dorme.
Non ho domandato
se nel sonno sembravo contento,
ho chiesto alla cameriera soltanto se ero più bello.
Disse di no –ridendo-
mentre scendevo le scale
che salivano le scolare d’una scuola di taglio.
Nella sala di scrittura del porto
-i treni salpano dalla stazione-
da una lettera ho copiato un racconto.

Massimo Ferretti
Massimo Ferretti nacque a Chiaravalle nel 1935 e morì nel 1974. Il rapporto con la scuola e con il padre furono per lui sempre motivo di conflitto e di scrittura. Fu Pier Paolo Pasolini per primo a pubblicare su “Officina” estratti dalla sua prima plaquette. Nel 1959 grazie all’interessamento di Giorgio Bassani esce il poemetto autobiografico “La croce copiativa” in “Botteghe oscure”. Si inserì, come afferma Massimo Raffaeli, fra “lo sperimentalismo problematico bolognese” degli anni cinquanta e sessanta e “quello terroristico delle nuove avanguardie” divenendone come “l’intersezione”.
Andrea De Alberti