
Martina Campi
Cotone (nota di Gianluca D’Andrea)
Cotone è il seme e l’avventura del ricordo; ad appianarsi dopo aver reso lo strappo della parola, la sua esplosione prima della fioritura del senso, il segnale germogliante.
C’è anche l’odore di biancheria, tensione al pulito, al sublime che discende nel quotidiano, mistura di memoria e desiderio d’avveramento.
Molti testi giocano sulla sperimentazione lieve, un capovolgimento del testo: la tessitura candida nella crepitazione/trepidazione dell’avvenire.
Fiocchi volano, respirano e si depositano – queste parole – come un preavviso, l’attesa di un nuovo approdo.
Testi da Cotone
Tutte le persone
oggi avevano caldo
e scarpe aperte
dalla maglietta e dallo zaino
residui del giovedì.
Aria, un profumo
ch’è ricordo;
si parte da qui
che c’è la luce giusta.
Mah. Dipende da come
si alza il sole, mi hanno detto.
°
Non è per piacere.
Non è per dolore.
Non è per spezzare
il corpo in due –
Ci interroghiamo sugli esiti,
come rondini stonate
all’arrivo dell’estate.
Ed è per sentire
fino a dove si può sentire
ed è guardare -misurare,
quanto piccola e sottile-
la circonferenza che raccoglie
la differenza,
tra l’esserci o svanire.
°
Il silenzio delle finestre
ha parole d’altri spazi,
interstizi sottili illuminati di bianco,
decori del buio.
Immaginavi di percorrere
le rugosità pallide della parete.
Le tende sono lontane dal divano.
Non dirò niente.
Non posso dire che gli spazi.
Piani che volano su altri piani.
I miei piani di non dire niente.
La donna urla da lontano, in un’altra sera
che è calda, grossa, rossa,
sopra la biancheria, sopra la televisione
fatta a pezzi, oltre la finestra, pezzi di vetro dalle finestre
sudore e strappi esplodono, ridono, scalciano
-oltre la piazza, i blocchetti, la meridiana-
piani su piani del silenzio piani, su piani. Lampioni
divani lontani, lenti, sudati, su piani.
Così, a venire, dragare brezze notturne,
murare sospetti, rossetti scorretti,
vestaglie apparse appassite. Arse.
(Disegnata contro la notte)
°
Questa è l’ora
dei buchi nel muro.
Ora di pioggia e cotone
l’amore immortale alla parete
regge il buio, inghiotte i rumori.
Sonnecchiano i cuscini brillanti
sonnecchiano vicini
e le persone
si rigirano,
si ritagliano
le ore sottili
sotto gli ombrelli,
a chilometri di distanza
chilometri di corridoio
chilometri di sogni
e chilometri d’altri sogni
chilometri di sveglie
chilometri di stanchezze
chilometri di corridoi.
Forse il deserto ci somiglia.
(Corridoi sotto gli ombrelli)
°
Nell’aria un respiro vola
e insieme alla cenere si deposita.
Poi ti vedono dalla finestra
che ti rifiuti di collaborare,
tra pollini e gas di scarico
come una polena.
(Voci)
°
Ed eravamo acqua
ed eravamo fatte a spigoli,
poi tutto sarebbe cambiato.
Una gamba se ne volava via,
per la strada rotolando,
alla velocità di frecce.
(Decadi)
°
I
Una luce nebbia
si nutre di questa via.
Le persone sussurrano
gli scricchiolii delle ossa,
tornandosene a casa.
II
Su scalini scolpiti nel bianco
si accalcano ginocchia.
Bisogna uscire di qui! E restare vivi.
III
Poi, di mattina presto
la luce è sorgente
rifratta
ma davanti a me
tra case fatiscenti
non c’è un’anima.
IV
Ci accadiamo lievi
neve dal cielo,
foglie dai rami.
(Una Preghiera)
°
IX
E poi perché ci vuole la calma,
sapete ci vuole la sorrisa,
la.. stortura ci vuole
mentre si fa il bucato, il seitan
il seitan, poi sbadigli enormi,
feroci balsamici o no, falò…
loro lo sanno e nella notte
si danno consiglio
con le ninne nanne,
con i bucati freschi salgono
ti baciano e t’abbracciano e chi sei
chi continui a dire perché
nell’armadio ce n’è uno uguale
nuovo nuovo uno perfetto nuovo nuovo
e tu sarai nuovo anche tu
presto questo freddo anche tu.
Il freddo, il freddo è il saio
il tuo saio per dormirci
stanotte sai per tradurti
ciò che sai tu lo sai
tu lo sei ciò che sei.
Martina Campi è nata a Verona nel 1978. Vive a Bologna, dove ha studiato e si è laureata in Scienze della Comunicazione. Vincitrice del Premio Renato Giorgi 2012 con l’inedito Estensioni del tempo (Edizioni Le Voci della Luna Poesia, 2012).
Autrice e performer, fondatrice insieme al compositore e musicista Mario Sboarina, del progetto di musica e poesia Memorie dal SottoSuono. Nel 2014 entra a far parte della redazione della rivista Le Voci della Luna. Collabora con la rivista online L’antenna.